martedì 3 gennaio 2012

Mondi alieni.



 Il 04/12/2011con l'occasione dell'evento "l'Astronomia nel tempo" a Città della Scienza, parlai per la prima volta al pubblico.Ero un pò imbarazzata, ma alla fine fui molto soddisfatta del mio lavoro che pubblico volentieri sul mio blog.
Buona lettura.
Mondi alieni.
  Se Immaginassimo per un attimo la nostra galassia, ci rendiamo subito conto che il nostro sistema planetario è un puntino all’interno della Via Lattea perchè contiene miliardi di stelle e senza dubbio miliardi di pianeti che, potrebbero ospitare forme di vita aliena. All’inizio della formazione del nostro sistema solare vi era solo un immenso vortice di gas e di polveri. A poco a poco la materia si raggrumò. Le parti più piccole di materia venivano attratte da aggregazioni sempre più grandi: si stavano formando i pianeti. Il sistema solare è formato dal Sole che è una stella né troppo grande né troppo piccola, quindi media, e né troppo fredda e né troppo calda, né troppo vecchia e né troppo giovane che girano intorno ad essa 9 pianeti distinti in pianeti terrestri (Mercurio, Venere,Terra,Marte e Plutone),chiamati cosi perché hanno densità e dimensioni paragonabili a quella della Terra; e pianeti gassosi  (Giove, Saturno,Urano e Nettuno), enormi sfere di gas.. Dopo i pianeti lontani, ci sono i detriti ghiacciati della cintura di Kuiper. Queste sono le briciole del Sistema Solare, le comete della nube di Oort, palle di neve antiche quanto i pianeti. Infatti è proprio così che il Sistema Solare si è in un certo senso stratificato: Mercurio e gli altri pianeti interni si sono formati con la condensazione degli elementi più pesanti, mentre solo i più leggeri sono giunti alla fascia di Giove e oltre. Dopo questa breve introduzione, iniziamo il nostro viaggio all’interno del nostro sistema planetario, iniziando dal pianeta più vicino al sole: Mercurio. Nel  Novembre 1973 fu lanciata la prima sonda che doveva orbitare intorno a Mercurio: Mariner 10 che  ci ha  fornito una serie di fotografie della superficie del pianeta. Mercurio ha una  superficie molto simile a quello della Luna: butterato di crateri, ovviamente  scorticato dal Sole, canyon e bacini prosciugati e non ha atmosfera. Ma Mercurio però a differenza della Luna, ma internamente, come la Terra, ha un nucleo composto di ferro grande come la Luna. Quindi composta dal 70% di ferro, Mercurio, dopo la Terra, è il più denso dei pianeti.
Mercurio è venato di fratture e questo indica che c’era attività vulcanica sul pianeta iniziata nella fase di formazione iniziale del pianeta. Oggi invece il pianeta è inerte, il suo interno è solidificato e gli unici eventi che ne alterano la superficie sono sporadici impatti di asteroidi. Mercurio ruota lentamente sul suo asse, gira solo una volta e mezza per ogni sua orbita intorno al Sole: questo determina un calendario pazzo!Infatti il giorno su Mercurio dura il doppio di un anno mercuriano , per la precisione un giorno mercuriano dura 176 giorni terrestri,mentre un anno dura 88 giorni. La sonda Messenger lanciata nel 2004, oltre a fornirci delle foto ad alta risoluzione del pianeta, ha fatto delle scoperte sensazionali. Mercurio, non ha atmosfera, e in assenza quindi anche dell’effetto serra, la temperatura varia da 430 gradi centigradi sulla parte esposta al Sole, a -185 gradi centigradi sulla parte in ombra. Ma il pianeta più vicino al Sole, sembra avere almeno una sorgente di acqua, anche se la temperatura può raggiungere, come abbiamo detto,  430 gradi Celsius. La sonda Messenger ha infatti rivelato del ghiaccio su entrambi i poli. Il ghiaccio si conserva in zone perennemente in ombra, nella prossimità dei crateri vicini ai poli.
Approfitto della citata differenza tra Mercurio e la Luna per parlare brevemente del nostro unico satellite naturale. La Luna e' il corpo celeste più vicino alla Terra e l'unico, finora, parzialmente esplorato dall'uomo durante le missioni Apollo. La Luna è per noi l'astro più brillante in cielo dopo il Sole, anche se si tratta di luce solare riflessa. La superficie della Luna e' ben visibile a causa della mancanza di un'atmosfera. La sua massa, infatti, e'  troppo piccola e quindi insufficiente per trattenere le molecole di un gas.
Questo provoca grandi sbalzi di temperatura sulla superficie del satellite: essa varia tra la notte e il giorno da -233 oC a +123 oC. L'aspetto della Luna testimonia la grande importanza che hanno avuto gli urti meteoritici nel passato del nostro Sistema Solare. Ad occhio nudo vi si possono distinguere regioni chiare ed altre più scure. In passato, le prime vennero impropriamente dette "continenti" e le seconde "mari", in analogia con la superficie terrestre.
In realtà' i mari sono aree pianeggianti, più scure e poste a quote inferiori a quelle più chiare. Il più grande dei mari lunari e'  l’Oceanus Procellarius (oceano delle Tempeste), due volte più esteso del Mar Mediterraneo. I mari si sono formati probabilmente per collasso di zolle di roccia sottostante.
I continenti sono invece delle zone pianeggianti in rilievo, dalla morfologia varia.
Sia i mari che i continenti sono cosparsi da una miriade di crateri, strutture circolari a fondo piatto e dai bordi in rilievo, del diametro di 30-40 Km. I crateri più grandi prendono il nome di circhi, e arrivano a diametri di 240 Km, con profondità fino a 5 Km.
I crateri e i circhi si sono formati per impatto di meteoriti sulla superficie lunare o, meno probabilmente, per fenomeni vulcanici. Sulla Luna, come su altri satelliti e su Mercurio, gli impatti sono stati particolarmente violenti perchè i meteoriti non sono stati frenati dall'attrito di un'atmosfera. Essi avvengono tuttora, anche se con minore frequenza rispetto al passato. Oltre ai crateri, sul nostro satellite si distinguono faglie e dorsali di lunghezza di decine di Km, cioè fratture della crosta con scorrimento di masse rocciose in senso verticale e orizzontale, formate forse durante il raffreddamento della Luna. Inoltre vi si trovano vere e proprie catene montuose che costituiscono le pareti dei mari, formate per accumulo di materiale ai bordi dall'impatto di grossi meteoriti. Le cime più elevate raggiungono i 9000 metri di altezza.
La superficie lunare e' ricoperta da "regoliti", una miscela di polvere e detriti rocciosi prodotta per disgregazione di meteoriti, dello spessore variabile dai 2 agli 8 metri.
Recentemente, e' stata rivelata dalla sonda Clementine la presenza di acqua ghiacciata in alcuni crateri attorno al polo sud lunare. Molte delle rocce lunari sembrano avere età comprese tra 3 e 4.6 miliardi di anni. L'esplorazione della Luna ebbe inizio nel 1959, quando la sonda sovietica Luna 2 impattò con la superficie lunare. Nello stesso anno, , la missione Luna 3 trasmise a Terra fotografie dell'allora mai vista faccia nascosta della Luna. Fu l'inizio di una serie decennale di esplorazioni lunari condotte da sonde automatiche.
Fu allora che il presidente americano Kennedy dichiarò di impegnarsi per raggiungere entro la fine del decennio l'obiettivo di portare un uomo sulla Luna e riportarlo sulla Terra. L'esplorazione della superficie da parte di esseri umani ebbe inizio con la missione Apollo 8 che nel 1968 orbitò attorno alla Luna con tre astronauti a bordo. Era la prima volta che occhi umani vedevano direttamente la faccia nascosta del satellite. L'anno successivo il modulo Apollo 11 portò sulla superficie due astronauti, dimostrando la possibilità umana di viaggiare fino alla Luna, eseguire attività di ricerca e ritornare con campioni di suolo lunare. I primi esseri umani atterrarono sulla Luna il 20 luglio 1969. Il primo astronauta a camminare sulla superficie lunare fu lo statunitense Neil Armstrong, comandante dell'Apollo 11. L'ultimo sarebbe stato, poco più di tre anni più tardi, lo statunitense Eugene Cernan, durante la missione Apollo 17, il 14 dicembre 1972.
Allontaniamoci da Mercurio per approdare su Venere, secondo pianeta del sistema .Molto simile alla Terra per massa e dimensioni, eppure non potrebbe essere più diverso. Ha un’atmosfera composta quasi completamente di anidride carbonica da soffocare ogni forma di vita producendo un forte effetto serra che intrappola il calore solare, tanto che la temperatura al suolo raggiunge quasi 500 gradi centigradi sia di giorno che di notte, perché la luce del suolo non può penetrare in questi cieli velenosi. Un tempo forse Venere era simile al nostro pianeta con oceani, continenti e cieli azzurri. Ma allora cosa è accaduto? Cosa ha oscurato il suo cielo? E perché ruota contro mano rispetto agli altri pianeti? Queste sono tutte risposte che il mondo scientifico sta cercando di dare una risposta.
Venere deve la sua luminosita' non solo alla sua vicinanza al Sole, ma anche al fatto che e' il pianeta più vicino alla Terra, quindi il più visibile. Nel 1966 iniziò l’esplorazione per mano dei russi che iniziarono ad inviare sonde in grado di atterrare sul pianeta. Le missioni Venera rivelarono un’atmosfera di 90 volte più densa di quella terrestre. Diverse sonde andarono distrutte. Poi finalmente, una sonda ad atterraggio morbido trasmise delle immagini di sonde schiantate sul suolo venusiano ovvero lastre fratturate di lava . Le immagini vennero trasmesse alla Terra prima che le apparecchiature vennero distrutte perché poche sonde sopravvivono qui e tanto meno gli esseri umani. Se noi raggiungessimo la superficie di Venere, verremmo schiacciati al suolo dalla pressione atmosferica. L’atmosfera è  così densa e opaca che solo grazie alle sonde è stato possibile costruire una mappa del suolo venusiano. Nel 1990 la sonda Magellano viene lanciata per cartografare la superficie di Venere e i dati che ci ha inviato ci mostra che la superficie è eminentemente vulcanica, le nuvole sono piene di acido solforico e il  suolo è  formato da grandi pianure con poche montagne. Inoltre la sonda Magellano ci fornisce dati di tre crateri di impatto di meteoriti rari su Venere perché solo asteroidi di grandi dimensioni riescono a raggiungere la superficie, gli altri vaporizzano per l’attrito per la densissima atmosfera. Quindi grazie alla Magellano ora sappiamo che la superficie di Venere è prevalentemente vulcanica. La Magellano ha anche studiato la composizione del sottosuolo. Più profondamente, all’interno Venere è simile alla Terra: quasi la stessa densità, stessa crosta, stesso mantello, stesso nucleo. Il nucleo è solido, probabilmente composto da nichel e ferro , ma a differenza della Terra la parte esterna del nucleo non è allo stato fuso, si deduce  quindi che Venere ha pochissima attività magnetica. Venere , Terra e Marte, delineano l’area del sistema solare, che possiamo definire “abitabile”. Ci si domanda  se in passato può aver avuto acqua, oceani e continenti. Probabilmente miliardi di anni fa era così. Gli scienziati stanno studiando e cercare di capire cosa sia successo a questo sfortunato pianeta che rimane chiuso come una gigantesca pentola a pressione.Particolarmente interessante per noi invece è Marte perché è il prossimo bersaglio di una missione spaziale con uomini a bordo  previsto nel 2030 e già si sta parlando di una futura colonizzazione del pianeta rosso. È grande poco più la metà della Terra,ma ha molto in comune: ha un’atmosfera, le stagioni e un giorno di 24 ore e mezzo,il suo anno è il doppio di quello terrestre, ma resta un pianeta molto freddo. Marte, che ha un’orbita ellittica, ruota su un’asse inclinato come la Terra e questo determina l’alternarsi delle stagioni. Le prime foto di Marte ci giunsero negli anni sessanta con le missioni Mariner . Su Marte si scatenano tempeste di polvere che possono durare diverse settimane e avvolgere l’intero pianeta. Recenti missioni hanno rivoluzionato le nostre conoscenze di Marte rivelando la presenza di ghiaccio sotto la superficie. Come dimostra la presenza di letti di fiume, un tempo su Marte scorreva l’acqua  e la recente scoperta di un lago salato ci da la conferma. La sonda Viking ha fotografato brina e nebbia alle prime ore del mattino e la ben nota faccia di Marte, un’illusione ottica creata dalle ombre. Su Marte possiamo ammirare la “Mariner Valley”: una grande spaccatura che si estende per 5000 km  ed è larga circa 100 km che costeggia  tre importanti cupole vulcaniche: Arsia, Pavonis, Ascrelius. Ma il picco più alto è il Monte Olimpo: alto tre volte l’Everest, il monte più alto della Terra, alto ventiquattro km e largo cinquecento km, il Monte Olimpo è il più alto picco vulcanico del sistema solare. La sonda Mars Pathfield nel 1997 atterra su un’ antica pianura alluvionale. La sonda è progettata per analizzare le rocce e il suolo con risultati sorprendenti . Forse perché trasportate da una violenta onda di piena, le rocce sono molto diverse tra loro: alcune sono vulcaniche, simili a quelle che si formano in zone sottomarine qui sulla Terra. Dunque la sonda è atterrata su un letto di un canale che anticamente sfociava in un oceano. Altre fonti che ci arrivano da Marte vengono dal satellite “Mars Global Surveyors”. Il suo compito è cartografare il suolo del pianeta rosso con dettagli senza precedenti. Il satellite mostra che l’emisfero nord è piatto e che ha tutte le caratteristiche di un fondo oceanico. In contrasto con un passato ricco d’acqua, oggi Marte è un pianeta gelido che non si trova una goccia d’acqua alo stato liquido. Dopo il successo delle sonde Pathfield e Surveyors, è la volta della sonda ad atterraggio morbido Mars Odissey. Lanciata nel 2002, ha trovato evidenze di sale sulla superficie marziana. Circa 200 luoghi distinti tutti aventi caratteristiche spettrali compatibili con la presenza di "cloruri" (minerale che è parte di molti "sali", compreso il cloruro di sodio, il comunissimo sale da cucina). Potrebbe trattarsi di luoghi una volta sommersi d'acqua, che poi evaporando hanno lasciato depositi minerali come unica testimonianza di sé. Passiamo ora ai pianeti gassosi. Il primo che incontriamo nel nostro viaggio è Giove il più grande pianeta del Sistema Solare; ha una massa 318 volte a quella della Terra e un diametro 11 volte più grande. Esso rappresenta il 71% della massa del sistema solare, naturalmente Sole escluso. Tutti i pianeti insieme, ammontano a poco più di un millesimo della massa del Sole. Proprio a causa della sua grande massa e della bassa temperatura, Giove trattiene nella sua atmosfera quasi tutto l’idrogeno e l’elio, cosicchè la sua composizione chimica è uguale a quella del Sole, mentre i pianeti terrestri hanno perso tutti o quasi gli elementi più leggeri. L’atmosfera di Giove è costituita da idrogeno, elio, metano, acqua, ammoniaca e anidride carbonica. Sotto l’atmosfera di Giove troveremo un oceano di idrogeno liquido molecolare , mentre al centro di Giove avremo un nucleo solido di silicati di ferro, circondato da idrogeno. Ruota su se stesso come una trottola e ha il giorno più corto di tutto il Sistema Solare: solo 10 ore. Il Sole è così lontano da Giove che quest’ultimo compie un giro intorno alla stella una volta ogni 12 anni. A confronto di Giove la Terra è piccolissima. Il diametro di Giove sono undici Terre e ci vogliono 1300 mondi come il nostro per fare il volume di Giove. Nel 1977 le missioni Voyager partono da Cape Canaveral per esplorare i pianeti gassosi e, ovviamente, la prima tappa è Giove. Solo in questi ultimi decenni si è scoperto che gli anelli non sono una caratteristica unica di Saturno: tutti i quattro pianeti gassosi ne sono forniti, anche se quelli di Saturno sono i più ricchi e vistosi. Gli anelli gioviani sono stati scoperti grazie alle sonde Voyager. Giove, essendo un’enorme sfera di gas, non ha superficie , ma solo masse gassose che ruotano in un turbinio di venti e al centro un nucleo roccioso. Le fasce gassose di Giove ruotano in direzioni opposte causando vortici e tempeste in tutto il pianeta ed il ciclone  più visibile è la grande macchia rossa che è grande tre volte la Terra e dura da secoli. Dieci anni dopo  orbitante intorno alla Terra, la Space Shuttle lancia la navicella Galileo. Nel 1995 una sonda si stacca per scendere nell’inferno. La discesa è effettuata con un paracadute: le nubi si fanno sempre più dense, i venti soffiano a 500 km orari alimentati dal calore di Giove e la temperatura sale. Giove libera più calore di quanto ne riceve dal Sole e il suo nucleo raggiunge i 30.000 gradi centigradi. Dopo quaranta minuti di discesa l’atmosfera è 10 volte più densa rispetto a quella della Terra. Dopo un’ora la sonda viene distrutta dalla pressione di ben 3 milioni di atmosfere terrestri. Di Giove si conoscono ben 16 lune, e la Galileo dopo aver lanciato la sonda su Giove, si dedica allo studio dei suoi satelliti. Per primo Io, una luna deformata dall’attrazione gravitazionale di Giove e di un altro satellite e, come risultato, la sua superficie è martoriato di attività vulcanica. Io è il corpo vulcanicamente più attivo di tutto il Sistema Solare. Vi sono eruzioni ovunque, la lava ricopre la superficie continuamente con nuovi strati, grandi quantità di gas espulsi alimentano l’atmosfera solforosa. In contrasto Ganimede è una luna tranquilla: a 150 gradi sotto zero, la sua crosta ghiacciata è spessa circa 100 km. Ganimede è il più grande satellite del sistema solare e supera perfino le dimensioni del pianeta Mercurio. Ganimede presenta una crosta ghiacciata  e spessa circa 100 km. Un gruppo di astronomi hanno scoperto una tenue atmosfera attorno al satellite e, grazie alle successive osservazioni del telescopio spaziale Hubble, risulta formata soprattutto da ossigeno che deriverebbe dalla scomposizione del ghiaccio d'acqua della superficie causata dalla radiazione solare. Callisto è praticamente uguale a Ganimede salvo la sua superficie bombardata da crateri il più grande dei quali ha creato un vasto bacino ad anello. Si avvicina l’incontro più interessante di Galileo. Se esiste una vita extraterrestre nel Sistema Solare potrebbe essere qui: su Europa! La sua superficie è uniforme come un guscio di un uovo e solcata da numerose crepe. L’intera luna è un oceano incapsulato in un sottile strato di ghiaccio, un’ambiente potenzialmente ideale per lo sviluppo della vita. L’acqua infatti potrebbe essere tiepida, riscaldata dagli attriti interni creati dall’attrazione di Ganimede e di Io. Ma questo ghiaccio può avere uno spessore di vari km. Per penetrare nell’oceano e cercare organismi viventi, occorrerà una sonda in grado di atterrare su Europa. Comunque i solchi e le fessure che stanno in superficie lasciano ben sperare perché ricordano molto la struttura degli oceani gelati sulla terra, che sotto il ghiaccio, pullulano di una vita straordinaria. Ed è il momento di volare su Saturno. La sonda Cassini raggiunge il pianeta nel 2004 con un costo della missione di un miliardo di dollari. Questo bellissimo pianeta è 10 volte più lontano dal Sole di quanto lo sia la Terra. Impiega 30 anni per compiere un giorno intorno alla stella.  Fra tutti i pianeti del Sistema Solare Saturno è l’unico ad avere una densità media più bassa di quella dell’acqua: se ci fosse un oceano abbastanza grande per contenerlo, Saturno galleggerebbe. Ci vogliono ben 750 pianeti come la Terra per fare il suo volume. Come Giove, Saturno è formato da gas: da idrogeno e  per il resto principalmente elio. Come Giove anche Saturno è un inferno di uragani e vortici ed i venti sono ancora più veloci che su Giove,possono raggiungere i 1500 km all’ora. Come Giove, anche Saturno è un’enorme sfera di gas come l’idrogeno ed elio. Saturno è famoso per i suoi vistosi anelli e, se li vediamo  dall’esterno, gli anelli di Saturno sembrano veli sottilissimi, avvicinandoci scopriamo che sono un miliardo di corpuscoli orbitanti di dimensioni che variano da a granelli come a quelli di polvere a rocce grandi come dei camion. Per rendere un po’ l’idea delle dimensioni, la larghezza degli anelli corrisponde più o meno alla distanza tra la Terra e la Luna, ma il loro spessore è inferiore ad un km. Dalla Terra la nostra visuale degli anelli cambia a seconda che Saturno si muove sulla sua orbita. La nostra conoscenza degli anelli deriva dalle missioni Voyager nei primi anni ottanta  che li ha catalogati  ed ha effettuato le loro divisioni. La divisione più ampia, detta di Cassini, è larga 4000 km. Alcuni degli anelli vengono mantenuti ben allineati in orbita dall’attrazione gravitazionale delle Lune che assumono una funzione stabilizzatrice. L’origine degli anelli è un vero enigma. Potrebbero essere stati formati da detriti di rocce e polverizzati troppo vicini al pianeta per accorparsi tra loro e formarsi delle lune. Saturno come Giove ha anch’esso una coorte di satelliti. La sonda Huygens è stata programmata per studiare la superficie delle due più importanti lune di Saturno: Encelado e Titano. Huygens ha rilevato la presenza di acqua anche  sulla superficie di questo lontano corpo celeste. Infatti sulla sua superficie vi sono delle pianure ghiacciate formatesi forse quando l’acqua sgorgò dal sottosuolo. Sul pianeta si formano fontane gelide ovvero vere e proprie “eruzioni di ghiaccio” che  provengono da fratture sulla superficie di Encelado prodotte dalle potentissime azioni mareali esercitate dalla forza di attrazione gravitazionale di Saturno. Seguono Tetide, Dione, Giapedo, Rea, il piccolo Iperione ed Elena. Il più grande satellite di Saturno è Titano che è più grande del pianeta Mercurio e può essere definito come un ritratto congelato della Terra come appariva nel suo stato primordiale. Titano è avvolto dalla foschia, ma la sonda Huygens, atterrando con un paracadute sulla sua superficie, ci ha rivelato dei dati che mostrano come il satellite sia molto simile alla Terra: cambiamenti climatici, attività vulcanica ed è l’unico corpo del sistema solare a possedere un’atmosfera ricca di azoto proprio come quella della Terra. La sonda inoltre ha identificato della materia organica sulla superficie: materiali che costituiscono elementi chiave per lo sviluppo della vita  e potrebbero aiutare a capire meglio la genesi della vita sulla Terra. La temperatura è di 180 gradi sotto zero, non c’è sole per alimentare i pannelli solari e nevica fiocchi di etano e di metano. Titano potrebbe avere oceani di idrocarburi, ma la sonda Huygens è stata progettata per  affrontare anche un ammaraggio. Scoprire se Titano sia un laboratorio di vita, può essere  la ragione che può giustificare la missione di un miliardo di dollari verso il più bello dei pianeti.
Proseguiamo verso gli ultimi due giganti gassosi:Urano e Nettuno.
Urano,anch’esso gigante di gas  è stranamente inclinato sul suo asse di rotazione, quindi il pianeta ruota come se fosse sdraiato solo su un fianco. Ha un diametro di 51.000km, quindi è molto più grande della Terra, ma a confronto di Giove è poca cosa: Urano è un gigante, ma Giove è un supergigante. Nel 1986 Voyager ci fornisce i primi dati del pianeta che ci appare prevalentemente piatto e privi di dettagli, ma il telescopio spaziale Hubble con gli infrarossi riesce a penetrare i nebbiosi strati di atmosfera e ci rivela che ci sono nuvole e attività atmosferica, ma che non sono visibili. Essendo un pianeta gassoso, l’atmosfera è costituita principalmente da idrogeno, elio e metano. Di Urano si conoscono 17 lune e più: il satellite Miranda è senza dubbio il più interessante. Con i suoi 500 km sembra essere stato colpito da un gigantesco asteroide in epoca primordiale e i suoi detriti potrebbero aver costituito gli anelli di Urano , mentre il resto dei frammenti si sarebbe riagglomerato a formare l’attuale aspetto caotico di questa luna. Questa ovviamente è una teoria e se fosse vera, spiegherebbe l’origine degli anelli. Potrebbe anche essere che Urano sia stato colpito da una grande sfera primordiale come la Terra e ciò spiegherebbe la sua notevole inclinazione dell’asse di rotazione e l’origine degli anelli. Miranda  è considerato il diamante grezzo del sistema solare:un frammento di ghiaccio e roccia con pareti più grandi dell’Everest. La superficie di Miranda è un ammasso di forme diverse  e tra le forme più spettacolari ci sono le scogliere ghiacciate alte circa 15 km. A confronto di Miranda, Ariel, un’altra luna di Urano, appare insignificante. Anche se è grande il doppio di Miranda, la sua superficie non rileva nulla di particolare, ma solo una rete di canyon, faglie e crepe. Umbriel invece ha una superficie antica, butterata da crateri. Titania è la luna più grande di Urano, ha un diametro di circa 1.700 km e ha un canyon che per dimensioni è simile al rift africano.
Nettuno è l’ultimo dei grandi pianeti gassosi e anche l’ultimo dei grandi pianeti conosciuti. È cosi lontano che quando il Voyager lo raggiunse nel 1989 e i dati trasmessi impiegarono circa 4 ore per raggiungere la Terra. Fu scoperto per caso nel 1846  a seguito dei problemi che gli  astronomi riscontrarono  per calcolare la posizione di Urano: quest’ultimo infatti si presenta quasi sempre in anticipo o in ritardo rispetto alla posizione teorica e quindi si intuì che qualcosa disturbava la sua orbita: quel qualcosa è l’attrazione gravitazionale di Nettuno.
Nettuno è più denso,ma leggermente più piccolo di Urano, con un diametro più o meno 4 volte a quello della Terra, mentre per fare le dimensioni di Giove, occorrono 3 Nettuni o 12 Terre.
Dopo la nebulosità di Urano, Nettuno offre al Voyager un’atmosfera ben dettagliata.
Nettuno è il pianeta più battuto dei venti: possono raggiungere anche i 2.000 km all’ora e le nuvole che appaiono sulla superficie del pianeta sono fredde, 200 gradi sotto zero, ma i fenomeni atmosferici sono determinati dal calore interno del pianeta , un elemento che manca su Urano.
Il Voyager fotografa una tempesta grande come la Terra: la grande macchia scura e a sud est riprende un altro uragano: l’occhio del mago, più grande di qualsiasi ciclone sulla Terra.
Nettuno ha 2 anelli principali e ha 8 lune conosciute , 6 delle quali scoperte dal Voyager  e sono tutte piccole eccetto una: Tritone!
Fu l'ultimo incontro del Voyager 2. Una brina di metano ricopre la calotta del polo sud. L'area lontana dal polo è forse costituita da ghiaccio di acqua tale da rendere più uniforme la superficie del satellite. I crepacci su Tritone sono larghi fino a 35 km e sembrano riempiti di ghiaccio "fuso" di recente formazione. La superficie di Tritone è il luogo più freddo del Sistema Solare con una temperatura di -238° C eppure erutta azoto annerito. I geyser  su Tritone sparano un getto alto 8 km e i loro pennacchi sono piegati dai venti  creando lunghe scie nell’atmosfera. Tritone potrebbe essere un antico pianeta catturato nell’orbita del gigante Nettuno.
L’ultimo pianeta del Sistema Solare è Plutone. Nessuna sonda è mai riuscita ad andare su Plutone.
Plutone e la sua luna ghiacciata Caronte hanno una massa complessiva inferiore di un quinto della nostra luna. Sono piccoli mondi costituiti da metano e ghiaccio e si trovano nell’oscurità dell’estrema periferia del nostro Sistema Solare.
Possono esistere quindi dei microrganismi  su altri corpi celesti del nostro Sistema Solare? Potrebbe sopravvivere un uomo su Marte o su altri corpi celesti simili? Potrà mai il Sistema Solare  ospitare degli esseri umani?  Solo il tempo e i robot porteranno la risposta.